La comunicazione è vita, è impossibile non comunicare!

Con le parole, con il corpo, con il silenzio, comunichiamo sempre e questo fa si che la comunicazione sia al centro della nostra vita. Ciò non ostante, è una di quelle cose veramente difficili da gestire.

Perché la comunicazione è un compito così difficile? Perché spesso non riusciamo a far passare il nostro messaggio per come l’abbiamo pensato? E perché ci sono spesso incomprensioni anche quando pensiamo di aver comunicato chiaramente?

Partendo dalla consapevolezza che la comunicazione avviene tra due o più persone, e che ognuna di loro è un mondo unico con vissuti e provenienze diverse, non è difficile capire come mai la comunicazione è spesso inefficace.

Tuttavia, il vero problema non è un punto di partenza diverso, il vero limite sta nelle diverse supposizioni che vivono nella nostra mente e che limitano l’azione comunicativa consapevole ed efficace. Lo chiamo il “mito della chiarezza” che nella pratica si traduce come:

  • Quello che ho detto è chiaro, tutte hanno capito cosa voglio dire.
  • Ho capito quello che ha detto, mi sembra tutto chiaro.
  • È ovvio dal suo discorso la sua motivazione/intenzione.

La verità è che spesso crediamodisapere cosa pensano e sentono le altre persone, dando per scontato che la pensano allo stesso modo, o che c’è un unico modo di vedere le cose, il nostro senz’altro… SBAGLIATTO!! Se te ne accorgi che funzioni così, smettila subito per favore!

<<< Cominciare a fare più domande di chiarimento o di approfondimento è un primo passo importante! >>>

Secondo, spesso diamo per scontato di sapere cosa pensano le altre persone o che gli altri sappiano cosa vogliamo e di cosa ne abbiamo bisogno. SBAGLIATTO!! Soprattutto se non c’è stata una comunicazione verbale e diretta è davvero difficile indovinare cosa succede nella mente e nel cuore altrui. C’è bisogno di tempo per conoscere bene una persona, e spesso anche il tempo non aiuta molto perché col passare del tempo si cambia.

<<< Cominciare a esprimere direttamente le tue necessità, desideri, le cose che non ti piacciono, e così via, è un altro passo importante. >>>

Dove impariamo a comunicare?

È all’interno del nucleo familiare che impariamo le basi della comunicazione. L’espressione di affetti ed emozioni, la verità e la bugia, la chiarezza e la confusione, sono tutti aspetti che passano attraverso dinamiche e regole familiari.

In fatti ci sono famiglie in cui l’espressione delle emozioni e degli affetti è comunicata molto indirettamente, a volte anche omessa. Famiglie ove si raccontano le cose parzialmente, ove regnano segreti e non detti. Ci sono famiglie in cui non è permesso esprimere opinioni diverse o bisogni. Alcune famiglie sono molto aperte sulle cose che si dicono e possono esserci confini poco chiari tra le persone.

E tu, cosa hai imparato sulla comunicazione e sulle relazioni nella tua famiglia? Che cose “vecchie” trascini ancora e che vorresti cambiare?

L’equilibrio tra la donna che sei e la donna che vorresti diventare è una linea sottile e delicata, un mondo da esplorare con la consapevolezza che è importante accettarti, rispettando la storia di vita che ti ha portato fino a dove sei adesso, e al tempo stesso identificare le cose che ti fanno soffrire, e che dunque vanno trasformate o cambiate. È questo il punto magico ove la crescita va incoraggiata e sostenuta, allo scopo di raggiungere nuovi traguardi, più saggezza, gioia e serenità.

Rispetto alla domanda:

Come migliorare la comunicazione e le mie relazioni?

Ognuna di noi ha delle cose che vanno migliorate o cambiate. Lo stesso vale per le persone che ci circondano, ma come sai non possiamo cambiare gli altri, invece possiamo ispirarli attraverso le nostre azioni e trasformazioni.

Esploriamo allora insieme alcuni aspetti che puoi attuare nella tua vita per migliorare la tua capacità di comunicare, diventando più assertiva ed efficace, e definendo confini più sani tra te e gli altri.

In nostro punto di partenza:

  1. È impossibile non comunicare.
  2. La comunicazione ha come scopo creare relazioni e realizzare progetti (es.: raggiungere obiettivi, risolvere problemi, ecc.).
  3. Ogni persona è un mondo unico, fatto di vissuti e prospettive individuali, e ogni persona ha uguali diritti e doveri nei confronti delle altre.

Alla base di una buona comunicazione, cioè, efficace e assertiva, sta la capacità di esprimere con chiarezza i tuoi bisogni, emozioni, intenzioni, desideri, nonché la capacità di dare e ricevere feedback circa il comportamento altrui e come ti fa sentire, o cose “semplici” come dire no, e fare e accettare complimenti.

A volte, soprattutto nelle relazioni che hanno regole di funzionamento ben definite e stabilite da molto tempo, può essere difficile fare passi positivi verso una maggior trasparenza e chiarezza della comunicazione. Ti può capitare, ad esempio, di comunicare assertivamente e ricevere una risposta infantile, vittimistica, aggressiva o avvolta dalla colpa. Ad esempio:

Fai una richiesta chiara, a tua madre, circa un tuo bisogno (1) e lei ti risponde (2):

(1) ­Vorrei che smettessi di dirmi cosa devo fare quando ti racconto un problema, in realtà ho soltanto bisogno che tu mi ascolti.

(2) Lo so che sono sempre io a sbagliare, non accetti mai le cose che ti dico.

Non c’è un collegamento ovvio tra le due risposte, perché la seconda persona risponde dal suo mondo, fatto di sensi di colpa, o di non sentirsi all’altezza, o di paura, chi lo sa? A volte non è nemmeno chiaro per la persona stessa che ha questo tipo di reazione o schema, ma vale la pena chiarire, fare domande, dare feedback. Attraverso questo processo è possibile rafforzare la relazione e crescere insieme.

<<< In ultima analisi, è utile nella comunicazione adottare un atteggiamento aperto, curioso, non giudicante, guardando l’altro come un essere umano vulnerabile e imperfetto, proprio come te! >>>

La comunicazione nonviolenta

Per riuscire a comunicare meglio, la vera differenza sta nel luogo interiore da dove nascono le parole e i gesti. Se già parti dal presupposto che l’altra persona ha una motivazione “negativa”, non potrai che comunicarlo. Se invece ciò che dici con le parole e con il corponasce da un luogo interiore di compassione e apertura, agli altri lo potranno sentire.

Il valore aggiunto di questo approccio sta nel creare un contesto diverso del solito, un contesto nel quale è possibile dirsi le cose con onestà, essere vulnerabili e costruire le basi di una relazione autentica.

Là fuori, oltre a ciò che è giusto e a ciò che è sbagliato, esiste un campo immenso. Ci incontreremo lì. – Rumi

A questo modello comunicativo, Marshall Rosenberg ha chiamato comunicazione nonviolenta. Un altro componente del modello che puoi applicare nella tua vita quotidiana è l’utilizzo di frasi in prima persona e che esprimono il modo in cui ti senti rispetto a delle cose concrete, piuttosto che esprimere un giudizio sull’altro.

Un esempio sarebbe: Sei veramente egocentrico, non mi ascolti mai!

Analisi: Giudizio -Sei egocentrico + Generalizzazione -Mai == Conflitto, difese, difficoltà di trovare una soluzione soddisfacente per entrambi!

Se è vero, come dice Yoram Mosenzon, che il giudizio è il riflesso di un bisogno non espresso, allora sarebbe molto meglio dire qualcosa come:

Mi sento a disaggio e triste quando mi interrompi di continuo mentre parlo delle mie cose importanti. Mi piacerebbe se potessi ascoltarmi fino alla fine.

Analisi: Sentimento + Situazione concreta + Bisogno/Comportamento desiderato == Contesto ove è possibile dirsi le cose con onestà e fiduciosi di essere compresi

Fare attenzione alla coerenza tra verbale e non-verbale, la cosiddetta coerenza comunicativa, è un altro aspetto che dovresti considerare. La medesima frase detta con toni diversi ha un impatto completamente differente; se non senti veramente ciò che dici, sarà percettibile all’altra persona, e l’effetto sarà diverso di quel voluto.

<<< Essere presente e consapevole di ciò che ti passa per la mente e per il cuore è un punto a tuo favore che ti permette di valutare come comunicare per essere il più onesta ed efficace possibile rispetto al tuo scopo. >>>

L’ascolto attivo

L’ultimo aspetto che vorrei trattare rispetto a come migliorare la comunicazione, è l’ascolto. Questo è, a mio vedere, un punto debole della maggior parte delle persone.

Ascoltare è differente di sentire, per questo motivo spesso viene descritto come ascolto attivo, indicando così il impegno necessario per ascoltare veramente.
Per ascoltare attivamente dovrai mettere in pratica le seguenti competenze:

  • Apertura -> Ti lasci guidare dalla curiosità.
  • Sospensione del giudizio -> Fermi i tuoi pensieri e opinioni rispetto alle cose, facendo domande che ti permettono comprendere chi hai davanti, cosa sente, cosa dice, ecc.
  • Empatia -> Non ti fai prendere dalla necessità di offrire soluzioni, di rassicurare, di sminuire il dolore/problema, o quel che sia. Ti colleghi a come ti sentiresti tu in una simile situazione, per immedesimarti il più possibile nei panni dell’altra persona, offrendo il tuo orecchio, il tuo abbraccio o una parola amica.
  • Accettazione -> Accogli l’altro per com’è, con le sue imperfezioni e i suoi errori.

Difficile? Forse, ma come dice Goethe:

Parlare è un bisogno. Ascoltare è un’arte. – Goethe

E tu, non sei forse un’artista della vita? 😉

Ti ricordo, come sempre, che se hai bisogno di un confronto o la voglia di incontrarmi online o offline puoi scrivermi a ciao@centopercentomestessa.it

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