L’acqua non porta via le paure

Dopo una breve pausa in cui sono andata a New York, eccomi di nuovo con il post settimanale sulla paura e il coraggio. Ho scelto questo tema, nel contesto dei mesi di gennaio e febbraio dedicati alla Spiritualità e alla Crescita Personale, perché sono convinta che il lavoro individuale sulle paure sia essenziale al raggiungimento di nuovi traguardi nonché una delle sfide spirituali più importanti da superare.

Questo post è un po’ diverso dei precedenti, lo troverai più personale e con tracce importanti di autorivelazioni che mi sono sembrate utili fare, o semplicemente non ho saputo scrivere di questo tema senza raccontare di me, che come te vivo paure che a volte mi bloccano. Buona lettura!!


L’ho portato a New York e si è bagnato. Il mio prezioso libro sulla paura, così piccolo e leggero che ogni giorno me lo sono portato dietro, dentro lo zaino comprato qualche anno fa per farmi da compagno di avventure. Alla fine il famoso zaino si è rivelato inaffidabile, o al meno non abbastanza impermeabile come per resistere alla pioggia intensa che quella sera ci accompagnò per tutte le ore della passeggiata ad Harlem.

Questa storia racconta di una cosa nota a tutte noi: le paure ci accompagnano e ci appesantiscono, le portiamo dietro come un bagaglio di cose imparate dall’esperienza o per sentito dire, e ci limitano, non bastando l’acqua per portarle via. L’acqua pulisce tante cose, ma non porta via le paure.

Per sconfiggere le paure dobbiamo imparare ad accettarle, ad abbracciarle e ad affrontarle.

ACCETTO – ABBRACCIO – AFFRONTO

Lo so che non è facile, lo so benissimo, ma forse non riesci ad immaginarlo, perché a volte non faccio vedere agli altri le mie debolezze, per non perdere il loro rispetto e ammirazione. A volte dimentico che sono invece quei momenti di onestà e vulnerabilità che rinforzano il rispetto e l’ammirazione, creando relazioni che rispecchiano l’imperfezione e l’umanità condivise che uniscono tutte noi.

E poi, in realtà, ci vuole un bel po’ di coraggio per vedere le proprie debolezze e le proprie paure, e ancora di più per condividerle.

Il coraggio è la misura della nostra sincera partecipazione alla vita. – David Whyte

E sai perché ti racconto questo? Perché ho paura, tante paure, e ogni giorno mi confronto con loro dentro di me. Ma è soltanto quando le esprimo a voce alta e mi rendo vulnerabile, che ricevo l’amore e il sostegno di cui ho bisogno per andare avanti e non farmi prendere dalla paura di fallire, di rimanere senza soldi, di perdere le persone che amo, di non essere abbastanza forte o competente nel mio lavoro e in quello che mi propongo di fare.

Così sto imparando che condividere e dialogare con le persone giuste è molto utili a liberarsene dalle paure. Perché in questo dialogo le cose brutte lo sembrano di meno, le metti in prospettiva e le vedi da nuove angolazioni e punti di vista, trovando soluzioni e accorgendoti che non sei da sola in questo viaggio che è la vita.

Come ben sai le paure possono essere tante, diverse in diversi contesti, e nascono dai bisogni fondamentali di amore, accettazione, riconoscimento, realizzazione, inclusione, protezione, ecc..

  • Ho paura di lasciare il mio compagno e di non farcela (e di rimanere sola e non avere gli strumenti per essere indipendente).
  • Sento che la mia vita non va avanti, ho paura di scegliere (e dunque di sbagliare e non riuscirci e che gli altri mi prendano in giro).
  • Ho paura di accettare la promozione (e di non essere all’altezza e sentirmi un fallimento, perdere amore e riconoscimento).
  • Ho paura di inseguire il mio sogno e di lasciare un lavoro stabile che non mi soddisfa (che alla fine mi da i soldi che mi servono per vivere e mi evita il confronto con cose nuove che ho paura di non superare).
  • Ho paura di rimanere senza soldi (e di trovarmi in mezzo alla strada, sola e senza possibilità).

Riconoscere le proprie paure è il primo passo. Non è poi detto che le paure siano del tutto sbagliate, a volte, infatti, indicano una situazione possibile e reale, ma non è per quello che ci dobbiamo fermare. Anzi, riconoscere il rischio è fondamentale per valutare bene come muoversi e fare i passi giusti nella direzione certa.

Rendertene conto delle paure che bloccano le tue azione verso la tua realizzazione e la tua felicità è, come ho detto, il primo passo. Le paure possono nascere dalle esperienze personali precedenti, dall’aver visto altre persone soffrire, o dall’educazione e codici culturali. Capire da dove proviene una paura, il secondo passo, può essere utile per metterla in prospettiva, relativizzandola e contestualizzandola. Niente generalizzazioni, fatalismo o pessimismo. Tra il bianco e il nero ci sono, davvero, tante sfumature di grigio!

Non solo è importante riconoscere e capire le proprie paure, ma anche accettarle come parte del proprio vissuto e dell’esperienza di essere umane. Accettando, terzo passo, posso fare pace col fatto che sono imperfetta e che non ho fatto cose importanti per paura. Accettando posso finalmente dialogare con questa paura e fare un’analisi della realtà che ti permette di valutare i rischi, di prendere decisioni consapevoli e di pianificare i passi futuri.

Il coraggio è “l’azione dinanzi alla paura” (Scott Peck, The Road Less Travelled). Così, il coraggio non significa non avere paura, significa invece agire anche quando si ha paura.

Quest’analisi è dura, perché ti può portare a renderti conto dei tuoi limiti reali, con i quali devi fare i conti all’ora di prendere decisioni. Non credo tuttavia che i limiti di competenze, risorse, conoscimento, autostima, fiducia in te stessa, siano ragioni valide per fermarti. Anzi, devono servire come spinta a crescere e a imparare, migliorandoti e raggiungendo nuovi traguardi.

Magari richiederà tempo, ma questo sarà il tempo necessario che serve a TE a percorrere la tua strada. Ti vorrei ricordare che non ce ne una strada da percorrere, come a volte ci porta a pensare il mondo attorno a noi, ce ne sono tante, ogni donna ha la sua, tu hai la tua, dunque, abbracciala con tutto il coraggio che hai, e passo dopo passo cammina verso la scoperta e la consapevolezza di te stessa!

Essere te stessa – in un mondo che fa del suo meglio notte e giorno per renderti un’altra – significa combattere la battaglia più ardua che un essere umano possa combattere. – E. E. Cummings

Come un ultimo aspetto importante che vorrei condividere con te oggi, ci sono alcune parole di Thich Nhat Hanh, il monaco Vietnamita che scrive per il grande pubblico. In realtà il libro che ho portato con me a New York, quello che si è bagnato, è il suo libro intitolato “Paura”. L’avevo portato con me nella speranza di leggerlo prima di preparare questo post.

“Piccolo mio, sono il tuo sé adulto. Vorrei dirti che non siamo più quel bambino indifeso e vulnerabile. Abbiamo mani e piedi forti; possiamo difenderci molto bene da soli. Perciò non c’è più nessun motivo per continuare ad avere paura.” (p. 20)

Trovo che le sue parole contengono un importante messaggio, che è quello di rammentarci della nostra forza interiore, delle nostre capacità e risorse interiori. Quando la paura di andare avanti, di perdere delle cose/persone amate, di non farcela, di non essere abbastanza, e così via, ti assalgono, rilegge questo breve paragrafo, per riportare alla coscienza che dentro di te ne hai forze e capacità infinite. E guardandoti attorno, ci sono persone e luoghi, come la Natura, che ti possono accogliere e sostenere.

PS- Per un approfondimento sul tema guarda il post che ho scritto qualche tempo fa intitolato “L’essenza e la pratica del coraggio”.