Responsabilità e Verità: Strumenti essenziali per educare la tua bimba

La scorsa settimana abbiamo iniziato a parlare della risoluzione dei problemi, dell’educazione dei bambini e della disciplina, secondo la prospettiva di Scott Peck, uno psichiatra statunitense che si occupa di crescita spirituale, di amore e di costruzione di comunità (vedi a questo proposito The Different Drum, un libro straordinario su community building).

Se ti ricordi abbiamo visto che, per risolvere i problemi della vita, ci vuole applicare gli strumenti necessari ad affrontare costruttivamente il dolore associato ai problemi, piuttosto che evitare quel dolore e non risolvere i problemi.

Peck ha identificato quattro strumenti per la risoluzione dei problemi, raggruppati all’interno della “cassetta degli attrezzi” che ha chiamato “disciplina”:

  1. Posporre la gratificazione
  2. Accettare la responsabilità
  3. Dedizione alla verità
  4. Equilibrio

Abbiamo già parlato del primo, posporre la gratificazione, definita come il “processo di programmazione del dolore e del piacere della vita, in modo da aumentare il piacere vivendo per prima il dolore”. In modo riassuntivo, questo meccanismo è utile alla risoluzione dei problemi nella misura in cui permette di dedicare del tempo a comprendere una situazione, valutando diverse possibilità, senza necessariamente buttarsi in una soluzione immediata qualsiasi che ha soltanto l’effetto di portare via la sofferenza (malessere psicologico ed emotivo) generato dal problema. Un punto chiave in questo meccanismo è il collegamento tra amore e dedizione di tempo, infatti abbiamo visto che l’equazione matematica tempo = amore è al cuore di tutto.

Posto questo, ti vorrei adesso invitare a esplorare con me i prossimi due strumenti: l’accettazione della responsabilità e la dedizione alla verità, iniziando dal primo.

È chiaro, penso anche per te, che senza assumerti la responsabilità di un problema è impossibile risolverlo. Infatti, questo è il primo passo nella risoluzione di qualsiasi problema: accettare la tua responsabilità personale. Una volta che hai identificato la tua responsabilità puoi cominciare a cercare soluzioni (o non, magari aspetterai che il problema scompaia o che si risolva da solo, il che è praticamente impossibile, ma questa è un’altra storia).

Per insegnare alla tua bimba(o) a prendersi la giusta responsabilità, cioè, quella che le riguarda, senza cadere negli estremi della “troppa” responsabilità e dell’irresponsabilità, è importante ancora una volta che tu sia consapevole del tuo modo di essere e dei come ti approcci a questo tema.

Sei una persona che si assume responsabilità per tutto, sentendosi in colpa per ogni cosa che succede e caricandosi il mondo addosso? O invece sei una di quelle persone che non assumono mai responsabilità, scaricandole addosso agli altri, al mondo, al sistema o alla sfortuna?

In genere, se ti assumi troppe responsabilità, ti sentirai spesso in ansia, preoccupata e assalita dal senso di colpa, sarai una persona molto responsabile e che cerca di controllare le cose, con la tendenza al perfezionismo. Questo senso di responsabilità vuole un equilibrio.

Cerca di capire i limiti che ti separano dagli altri, identificando le cose che riguardano loro e quelle che riguardano te, impara a proteggere il tuo spazio senza farti sopraffare dal senso di colpa o dalla paura. In genere, il benessere che guadagni dalla capacità di mettere limiti è sufficiente per mantenerti in questa strada 🙂 Questo percorso personale, non
certo facile, ti aiuterà ad aiutare la tua bimba(o) a fare lo stesso.

Se sei nell’estremo opposto, è probabile che ti sembri che le cose sono fuori dal tuo controllo, potrai avere dei conflitti con altre persone alle quali vuoi attribuire responsabilità che sono probabilmente tue, lascerai scorrere le cose sentendoti impotente e arrabbiata perché non accettando la tua responsabilità ovviamente sentirai di non poterle cambiare. Nei rapporti con gli altri, anche con i tuoi figli, passerai il messaggio che le cose che succedono, soprattutto di male, sono colpa/responsabilità loro o di un’entità esterna, incoraggiando il meccanismo inverso, cioè, di prendersi responsabilità che non li riguardano o di pensare che esiste un complotto esterno cui responsabilizzare in ogni circostanza.


Andiamo adesso a guardare la dedizione alla verità, un aspetto che amo particolarmente poiché la ricerca della verità è una delle cose che caratterizzano la mia essenza.

Pensa, quando eri piccola come vedevi il mondo? E più tardi, quando eri un’adolescente? E adesso, che forse sei mamma, lavori, hai viaggiato, come vedi il mondo? La tua prospettiva si trasforma man mano che cambia il tuo luogo nel mondo.

Quello che a volte non cambia è il modo di essere, di atteggiarti, di comunicare, certo? Magari ti porti ancora appresso vecchi modi di essere e di fare che non sono più attuali, hanno smesso di esserti utili e dunque di generare benessere e gioia, magari ti mantengono bloccata in delle situazioni che ti creano insofferenza.

Immagina adesso che quando eri una bimba hai costruito delle mappe della realtà, fatte di situazioni e di cose che hai imparato in quelle situazioni, di persone e di come sono fatte, di regole sul modo migliore di sopravvivere e di vivere nel tuo “piccolo” mondo. Man mano, hai fatto nuove esperienze e hai attualizzato le tue mappe, o così mi auguro, e così via man mano che crescevi, facevi nuove esperienze e comprendevi il mondo da nuovi punti di vista. Le tue mappe si sono trasformate, si sono allargate, raggiunto nuovi gradi di complessità, e a volte anche stravolte da eventi importanti che ti hanno fatto vedere il mondo in un modo assolutamente diverso. Questo processo è di grande bellezza, è attraverso di esso che puoi crescere e maturare, essere più empatica, più saggia, più te stessa.

È a questo processo di costante attualizzazione delle tue mappe che Scott Peck chiama dedizione alla verità, verità intesa come ciò che la vita ti rimanda e ti invita a comprendere. È un processo che richiede grande coraggio, autostima ed energia, un percorso difficile che non tutte le persone decidono di intraprendere.

Nella misura in cui la risoluzione dei problemi si basa sulle mappe della realtà che hai costruito, è importante mantenerle attualizzate, confrontandoti con gli altri “costruttori di mappe” e cercando costantemente di verificare la loro idoneità.

È nel confronto con le altre persone che puoi mantenere aggiornate le tue mappe, dicendo ciò che pensi e senti, analizzando quello che ti viene rimandato, e con spirito critico e dedizione alla verità riguardare le tue mappe e, a seconda del caso, aggiornarle o meno.

C’è da dire che la parte più difficile in tutto ciò è proprio la valutazione autentica di ciò che è significativo e veritiero, al di fuori dei propri interessi e necessità di auto-confermazione e paure.

Nella tua relazione con i tuoi bimbi(e) puoi applicare la dedizione alla verità in diverse misure. Loro imparano da te e da chi li sta attorno, osservando e sentendo se ciò che dici è vero o se cerchi di “proteggerli” nascondendoli delle informazioni o mentendo. Il grado di onestà che caratterizza la vostra relazione rivela di te quanto sei disposta a confrontarti e a rivedere le tue mappe.

Spesso la mancanza di onestà con i bimbi che, banalmente, passa per nascondere parte della verità o mentire, nasce dall’intenzione di proteggerli dalla realtà della vita, risparmiandoli da sentimenti negativi, preoccupazioni, e altri malesseri.

È naturale per una madre, o per i genitori, avere questo senso di protezione. Purtroppo, non sempre è utile, perché nasce da una sottovalutazione delle capacità della bambina(o) o addirittura da un’intenzione diversa ma inconsapevole/nascosta, ad esempio la voglia di non avere sfidata la propria autorità o la pigrizia di confrontarsi.

Che regole seguire?

Se vuoi che il tuo rapporto con la tua figlia(o) (o con altre persone significative nella tua vita) si basi sulla verità e l’onestà, allora segui queste linee guida:

  1. Non mentire.
  2. Capire se la tua motivazione (per dire una verità parziale) è genuina o nasce da un tuo interesse personale (potere, bisogno di approvazione, paura di confrontarti rispetto a ciò che pensi).
  3. Valutare le esigenze di tuo figlio(a) e decidere in base a esse se dire o meno una verità parziale che può servire un bisogno di protezione autentico.
  4. Il criterio che deve guidare la tua decisione è l’amore, poiché ti aiuterà a valutare genuinamente quanto l’informazione può essere utile alla crescita del bimbo(a).
  5. Non sottovalutare la capacità di tua figlia(o) di gestire e usare quest’informazione, cerca il più possibile di capire quanto sia matura e pronta (magari di più di quanto desidereresti).

Lo so che tutto questo può sembrare complesso, in realtà lo è, ma sono convinta che se riesci a calare nella tua realtà ed esperienza personale le informazioni che oggi ti ho offerto, potrai rapidamente comprenderle e usarle in tuo beneficio. Ricorda che mi puoi scrivere per chiarire dubbi o farmi delle domande.

La vita non è mica una passeggiata, dunque per vivere con significato servono strumenti di un certo grado di complessità. Altrimenti la scelta è vivere senza troppo impegno, lamentandoti e martirizzandoti. Che cosa vuoi per te e per la tua famiglia?

Nel prossimo post ti racconto dell’ultimo strumento nella lista: l’equilibrio.