Vuoi aumentare la tua autostima? Impara a gestire le interazioni tossiche!

Ti sei mai sentita svalutata e sminuita in un’interazione personale e, senza capire cosa non andasse, prenderla su di te? Vuoi imparare a gestire questo tipo di situazione in maniera positiva e sicura?

Questa interazione personale/situazione può avere mille sfaccettature diverse, capitare nella vita personale o professionale, ma la logica dietro è che uno degli intervenienti tende a usare una comunicazione manipolativa e a dare un feedback negativo* all’altro interveniente. Alla fine, con l’accumulo di situazioni simili, è naturale che si crei un senso di inadeguatezza, che l’autostima e la fiducia in sé si deteriorino e si conservi tanta rabbia, tristezza e frustrazione.

Ti faccio un esempio personale, così da spiegare meglio di cosa parliamo. Due anni fa ho fatto parte di un progetto, a Lisbona, che si proponeva di creare un’azienda sociale di certa importanza. A un certo punto ho avuto un conflitto con uno dei soci, dopo di che lui ha cominciato a usare una comunicazione aggressiva e manipolativa con me. Nel suo tentativo di tenermi “sotto” e di controllare la situazione, le nostre riunioni sono diventate un incubo, poiché lui mi lanciava spesso sguardi di superiorità, faceva sorrisini smorfiosi quando parlavo, sminuiva il mio lavoro e usava un atteggiamento aggressivo parlando a voce alta e un po’ minacciosa. Questa situazione si è prolungata per alcuni mesi, fino in quando non ho lasciato il progetto e lui, addirittura, è rimasto sorpreso della mia decisione…!

Per parlare di queste situazioni/interazioni è necessario sottolineare due aspetti fondamentali:

  1. Viviamo in una società dominata da valori maschili (la così detta società patriarcale),
  2. I rapporti umani sono spesso determinati da dinamiche di potere.

In modo semplice, le situazioni come quella che ti ho raccontato, e che certamente hai vissuto in diversi momenti della tua vita, sono più frequenti nella vita delle donne (o altre minoranze con meno potere), perché siamo socializzate a essere e a esprimere valori e comportamenti femminili, spesso in contrasto con i valori e comportamenti maschili e socialmente valorizzati.

Gli uomini, invece, sono socializzati nei valori dominanti, si identificano con il potere e lo agiscono**, ad esempio dominando chi sta attorno, facendoli sentire ignoranti o inadeguati a ciò che viene definito come la “normalità”. Di fatto, questa dinamica di svalutazione è possibile soltanto in una relazione di potere asimmetrico, quando la persona che manipola e sminuisce l’altra ha più potere o gli è dato più potere (importanza) dalla persona sottomessa.

Analizziamo in più profondità questo tipo di situazione!

1) Identificare le tecniche di manipolazione

Nelle suddette interazioni la persona che esibisce un comportamento manipolatorio, lo fa usando la comunicazione verbale e non verbale. Quindi, il contenuto del messaggio può contenere un feedback negativo o il comportamento non verbale può rimandare messaggi chiaramente negativi ma difficili di identificare o di nominare. Aggiungo che non sempre queste tecniche sono usate in maniera cosciente, potendo essere che la persona che le usa lo fa senza rendersene conto (il che comunque non è una scusa).

Ecco alcuni esempi:

2) Gestire la rabbia e altre manifestazioni fisiche

Una volta che hai capito che “le cose che ti succedono” hanno un nome e non sono “colpa tua” o “una tua inadeguatezza” è probabile che i sentimenti di tristezza diano luogo alla rabbia e a varie manifestazioni fisiche di disagio. Davanti a ciò che adesso puoi identificare come un’ingiustizia o un comportamento manipolatorio, il cervello emotivo può difficoltare la valutazione della risposta più appropriata…

Le emozioni forti, specialmente la rabbia, sono difficili da gestire, perché in realtà generano altri pensieri negativi che si aggiungono a quelli che hanno inizialmente scatenato la rabbia, alimentandola e bloccando il pensiero razionale necessario a valutare, decidere e agire nel momento.

A questo punto ci serve l’aiuto dell’intelligenza emotiva! L’intelligenza emotiva è “un modo per comprendere le emozioni, proprie e altrui, e per imparare a controllarle in modo da poter scegliere cosa si dice e cosa si fa, al fine di raggiungere il risultato desiderato”***.

Per gestire la spirale della rabbia è necessario ricordare che le emozioni nascono dai nostri pensieri e che la rabbia in sé ha una forte valenza fisica (aumento del battito del cuore, respirazione accelerata, annebbiamento del pensiero). Così, possiamo imparare a gestire i nostri PENSIERI, flessibilizzandoli, modificandoli e cambiando prospettiva, o/e imparare a gestire le manifestazioni FISICHE attraverso la respirazione e il rilassamento muscolare. L’humour e la compassione sono pure alternative viabili, e che possono servire anche nella fase successiva.

Vorrei enfatizzare che la rabbia non è in se un’emozione negativa da sopprimere. Anzi, la rabbia ci segnala qualcosa importante dentro e attorno a noi, e dobbiamo imparare ad ascoltarla e a gestirla in maniera adeguata alla situazione.

3) La risposta da dare!

Bene, una volta che la rabbia non intralcia più la tua valutazione della risposta da dare, puoi finalmente decidere cosa fare nella situazione. Potresti scegliere di rispondere o di non rispondere, o al meno non in quel momento. Ogni scelta ha delle conseguenze, per cui è importante valutare bene cos’è meglio in ogni situazione.

Ecco alcune domande che possono aiutarti a decidere come agire:

  1. Qual è l’intenzione dell’offensore?
  2. Qual è il rischio se rispondo? E se non rispondo?
  3. Quanto è importante per me questa persona o gestire questa situazione?
  4. Mi sento in grado di rispondere? So cosa dire e come dirla?
  5. Com’è il contesto attorno (ad esempio, il clima dell’organizzazione è aperto e di sostegno)

Ricordo che, quando decidi di rispondere devi aspettarti una contro risposta e quindi di saper come navigare questa situazione. È molto importante usare una comunicazione assertiva (o efficace), non fare cose di cui ti potrai pentire più tardi, valutare se una rabbia moderata può essere esternalizzata o non, e devi soprattutto sentirti forte dentro e non prenderti con te stessa, specialmente nel caso la tua risposta non riesce come sarebbe desiderabile.

Vediamo alcune possibili risposte:

Se decidi invece di non rispondere, allora è importante attivare un meccanismo di CURA DI SE’ e del tuo mondo interiore. Ti lascio alcune indicazioni utili:

  • Ricordarti che non sei sbagliata
  • Condividere ciò che è accaduto con un’amica o un amico di fiducia
  • Ricorrere alla compassione come mezzo di capire l’altro (l’offensore)
  • Ricorrere all’humour per trovare un possibile lato buffo
  • Relativizzare la situazione
  • Praticare una risposta da dare dopo o da usare in situazioni future

Se senti che questo post non è sufficiente ad aiutarti puoi iscriverti al laboratorio o anche prenotare una sessione individuale con me: ciao@centopercentomestessa.it

* Vorrei evidenziare che in questo post non sto parlando di situazioni in cui qualcuno ti da un feedback negativo e costruttivo, sincero e utile, che ti può aiutare a crescere e andare avanti con la tua vita, la tua carriera o altro. Parlo invece di situazioni manipolatorie in cui, consapevolmente o non, una persona svaluta e sminuisce l’altra. Spesso queste interazioni passano come parte della cultura, le normalizziamo e non ce ne rendiamo conto di come contribuiscono a danneggiare l’autostima e la fiducia in sé.
** Certo non tutti gli uomini agiscono il potere, e non tutti allo stesso modo.
*** Wilding C. (2014). Migliora la tua Vita con l’Intelligenza Emotiva (p.25). Alessio Roberti Editori.